A cura di Claudio Pedroni
Introduzione
La realizzazione di percorsi ciclabili o ciclopedonali lungo fiumi e corsi d’acqua rappresenta una realtà consolidata e abbastanza estesa nella nostra regione Emilia Romagna. Le ciclovie lungo le vie d’acqua sono anche oggetto di un recente protocollo di intesa fra FIAB ANBI e altri enti stipulato il 13/01/2021:
Tralasciando in questa sede le realtà nazionali, da decenni si può pedalare lungo il Secchia e il
Panaro in provincia di Modena, lungo il Taro nel comune di Trecasali-Sissa a Parma, lungo i 25 km
dei comuni rivieraschi reggiani da Brescello a Luzzara, lungo il fiume Enza nel comune di
Brescello, lungo i fiumi Marecchia, Conca e Uso nel riminese, senza dimenticare la mitica Destra
Po nel ferrarese.
Più recentemente sono state realizzate ciclovie di grande interesse lungo il Santerno nell’imolese, lungo il canale Burana nel ferrarese e lungo il canale Navile nel bolognese. Nel contempo altre opere sono in corso di realizzazione con cantieri già aperti come il Secchia reggiano o già finanziate come il Reno in pianura o il Senio e il Pisciatello/Rubicone.
Nel reggiano invece scontiamo un ritardo importante soprattutto per ciclovie di dimensione provinciale, ovvero sovracomunale, anche se, come detto, la ciclovia del Secchia “reggiano” è in dirittura d’arrivo e fa ben sperare in un nuovo interesse degli amministratori locali per questa partita. La annosa vicenda della ciclabilità del Crostolo che langue da lustri tuttavia ci induce ad un certo pessimismo.
In questi appunti ci occupiamo in particolare della ciclovia del fiume Enza, che ci sembra per diversi motivi meritoria di attenzione considerato anche il momento congiunturale nel quale la sostenibilità è sulla bocca di tutti.
Parliamo di ciclovie comunque, giusto per chiarire gli ambiti che ci interessano, parliamo di corridoi tendenzialmente stradali per il ciclista normale, riconoscibili (anche con segnaletica) percorribili da tutti i ciclisti, se possibile anche con tutta famiglia. Già oggi l’Enza reggiano ospita il sentiero CAI 672 ben segnalato percorribile a piedi e presumibilmente in MTB da biker tonico ed esperto.
Ciclovia (meglio ancora sarebbe greenway) dunque non sentiero anche se tecnicamente la sovrapposizione sul territorio di questi due corridoi può raggiungere valori elevati, ma, mentre la ciclovia o greenway è condizione sufficiente per camminare, il sentiero invece può non essere pedalabile e magari anche per qualche km.
Trascuriamo per ora il problema della convivenza fra lo scarpone e il pedale ancora non esplosa nel nostro paese (ma con segnali preoccupanti) confidando nel reciproco rispetto e commiserazione dei rispettivi difetti e intralci. Così come non entriamo nel merito dell’utilizzo delle e-bike destinate a complicare ulteriormente le convivenze sul percorso, ma in realtà utili per esperienze in territori non di pianura.
(Segue il documento completo)