Nell’ambito della Settimana Europea della Mobilità sostenibile (dal 16 al 22 settembre), nella giornata di venerdi 16, la FIAB Tuttinbici organizza dal 2011 il censimento dei ciclisti in entrata nel centro storico in 12 postazioni.
Quest’anno per la prima volta abbiamo censito anche il movimento in stazione centrale (P.le Marconi) per verificare i ‘ciclisti intermodali’, cioè coloro che viaggiano sul treno con la bici e/o il monopattino (una postazione all’ingresso della Stazione e una nel sottopasso all’accesso dell’ascensore).
I dati del censimento odierno, mostrano un tendenziale calo dell’accesso delle bici nel centro storico: infatti è il quarto anno consecutivo che assistiamo ad una progressiva diminuzione.
Il 2022 ha segnato una riduzione: un totale di 5559 bici in entrata rispetto alla media di 6868 (dal 2011 al 2018). Nel conteggio sono considerati il totale in Entrata in centro storico n. 5484 e le n.75 in uscita dalla stazione quindi in ingresso in città.
Dalle prime rilevazioni, iniziate dieci anni fa, e fino al 2018 si è osservato una tendenziale stazionarietà della circolazione di bici. Il metodo di rilevazione ed i punti di campionamento, sono rimasti invariati nel corso degli anni, e pur nella loro approssimazione, sono confrontabili tra di loro.
Il nuovo dato rilevato quest’anno in uscita dal centro storico negli stessi punti dell’entrata per ora ha una lettura parziale poiché non abbiamo confronti storici.
Non abbiamo dati statistici sul numero delle attività commerciali che si sono avvicendate nel corso di questi 11 anni nel centro storico, che era il fulcro della rilevazione: si dava per scontato che fosse il luogo dove ci si recava per ragioni di lavoro e di studio.
Ad oggi le condizioni sono cambiate (locali sfitti, uffici decentrati). Queste sono sempre ‘sensazioni’, non abbiamo dati che ci confermino lo spostamento di attività commerciali e servizi fuori dall’esagono.
Non crediamo che questi dati possano essere interpretati come riduzione dell’uso della bici senza un sostegno di dati oggettivi. Questa modalità forse è giunta al suo termine.
Se davvero vogliamo sapere quanti ciclisti urbani girano per la città è necessario impostare un sistema ragionato di monitoraggio ad ampio raggio: che preveda le rilevazioni in punti strategici (zone industriali, artigianali, poli scolastici e universitari, centri commerciali, stazione fs, poli di servizi e uffici) e nell’arco di tutto l’anno.
Solo dopo si potranno fare analisi: sulle percentuali di ciclisti rispetto alla popolazione, sull’esistenza di una rete di ciclabili adeguata che porta dove dobbiamo o vogliamo andare, sullo stato di manutenzione che ne incentiva o ne limita l’uso.
Nel frattempo si può intervenire sul richiamo delle norme del Codice della Strada che devono essere rispettate da parte di tutti coloro che si muovono dai pedoni ai ciclisti ai monopattinisti agli automobilisti.
Il santo protettore del ciclista non sempre è sufficiente.