Risposta sbagliata: il killer più spietato a livello mondiale, colpevole di una riduzione della vita media di tre anni in tutti continenti, non è il virus dell’anno, che ha cambiato, e spesso travolto, le nostre vite.
Più che dalle pandemie, dalle guerre, dalla malaria o dall’Hiv, più che dagli effetti devastanti del fumo, la popolazione mondiale è minacciata dal pericolosissimo e spesso sottovalutato inquinamento atmosferico.
La rivista “Cardiovascular Research” ha recentemente pubblicato uno studio che mostra come allo smog sia imputabile una sensibile riduzione della vita media in tutto il mondo, ancor più marcata nelle aree più inquinate (tra cui la Pianura Padana).
E ai danni che il traffico, una delle principali cause di inquinamento atmosferico, produce sulla qualità dell’aria sia aggiungono le morti premature causate dagli incidenti stradali.
Una strage silenziosa, trascurata e di proporzioni spaventose: si parla infatti di una media di 9 MILIONI di morti premature all’anno, direttamente correlate all’inquinamento.
La pessima qualità dell’aria uccide prevalentemente aumentando l’incidenza delle malattie cardiovascolari, ma l’elenco delle patologie di cui l’inquinamento aumenta la pericolosità è lungo e articolato: infezioni delle basse vie respiratorie, malattia polmonare ostruttiva cronica, cancro ai polmoni, malattie cardiache, malattie cerebrovascolari, ictus, ipertensione e diabete, per citare solo le più conosciute.
La ricerca ha dimostrato, poi, che i danni dell’inquinamento atmosferico colpiscono prevalentemente le persone sopra i sessant’anni e bambini sotto i cinque anni, questi ultimi soprattutto nei paesi a basso reddito.
Ecco perché è importante che cresca la consapevolezza di quanto i comportamenti individuali possono influire sulla nocività di questo killer sottovalutato: evitare di usare l’auto in città, scegliere il treno per le tratte più lunghe, ridurre i viaggi aerei, consumare meno prodotti di origine animale (l’inquinamento degli allevamenti intensivi è pari e in certe aree superiore a quello del traffico e di molte industrie!), sostenere l’agricoltura biologica e di prossimità (che non utilizza fertilizzanti chimici e pesticidi e non viaggia per centinaia di chilometri su gomma) sono tutte buone pratiche che, oltre a garantirci un benessere immediato, possono fare la differenza nel medio periodo sulla qualità dell’aria e quindi sulla salute di tutti.
Questa è la pandemia che ognuno di noi, ogni giorno, può impegnarsi a sconfiggere.