Cicloraduno di Trieste 2021

cicloraduno fiab 2021

Riceviamo e volentieri pubblichiamo queste note di Giovanni Carbonara che ha partecipato al Cicloraduno 2021.

Oggetto: Stimoli ed impressioni ricevute dal Cicloraduno di Trieste 2021

Carissimi soci,

innanzitutto un plauso alla Fiab nazionale e alle disponibilità dei soci del Friuli che sono state capaci di organizzare un cicloraduno unico nel suo genere per avere coinvolto contemporaneamente le varie province di una regione dalla particolare configurazione orografica e confinante con più Stati.

Vorrei farvi conoscere le mie impressioni di una splendida avventura durata appena quattro giorni tra le colline del Carso e dell’Istria e della città di Trieste, potente città di confine, in tumultuosa trasformazione, estremamente accogliente e molto bene organizzata.

Girando la città in bicicletta ho avuto modo di constatare il rispetto del codice della strada da parte di tutti gli utenti. Innanzitutto i ciclisti scendono dalla bicicletta sia nelle aree strettamente pedonali che negli attraversamenti su strisce continue e mantengono strettamente la destra.

Il traffico è veloce e scorrevole e le ciclabili, che si estendono lungo il mare, tra i pini o nelle aree di archeologia industriale, di recente acquisizione, sono presenti laddove vi è un maggiore impatto di traffico automobilistico altrimenti i ciclisti utilizzano la viabilità ordinaria nel rispetto del Codice della Strada.

Il lungomare della città si estende dal Castello del Miramare a piazza dell’Unità d’Italia per poi proseguire ad Ovest verso Monfalcone e ad Est verso l’Istria. Sorprende incontrare transatlantici alti come grattacieli e navi da guerra nel centro della città con alle spalle lussureggianti tramonti.

Una fortunata concomitanza è stato il Festival delle Scienze, aperto fino a notte nella splendida cornice di piazza dell’Unità d’Italia, in cui una moltitudine di giovani ha avuto occasione di presentare, ai più curiosi passanti, le più recenti ricerche nel campo della biochimica e della bio energia made in Italy: è stata per me una lezione di grande ottimismo per il futuro del nostro Paese.

La visita alla Risiera di San Sabba e alla foiba di Basovizza, mi hanno fatto toccare con mani e con il cuore le grandi sofferenze di questa città sospesa, fino agli accordi di Osimo del 1975, tra Oriente ed Occidente a causa di due guerre mondiali che contribuirono non poco a drammatizzare i già complessi problemi sociali di quelle popolazioni che, per diversa origine, da sempre hanno vissuto con lingue ed usanze di diversa origine e religione.

Per quanto riguarda il viaggio in treno è inutile soffermarsi sui portabici differenti per ogni tratta ferroviaria (ben tre da Reggio E. a Trieste) con i problemi risolti unicamente dalla gentilezza dei capitreno, penso che ogni ciclista abbia vissuto la sue proprie esperienze ferroviarie.

Il giro si è svolto tra ciclovie immerse nel selvaggio paesaggio arboreo, come la strada napoleonica che scende a picco sul Castello di Miramare o la ciclovia che parte da Villa Opicina lungo il Carso, infine un discorso a parte merita la Parenzana ciclovia che si inerpica tra le fronde di una natura ricca e selvaggia, che sovrasta una costa a picco sul mare.

Molto bene ordinate sono le piste che portano a Murgia e a Capodistria. È un percorso che consiglio di fare per la bellezza dei luoghi e la calda accoglienza delle popolazioni.

Un ringraziamento di cuore va al presidente e ai soci di Ulisse che hanno guidato il gruppo con simpatia e partecipazione e con tanta, proprio tanta pazienza.

Giovanni Carbonara – Fiab Reggio Emilia

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