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Der Spiegel: meglio la bici al tempo del Coronavirus

Der Spiegel: meglio la bici al tempo del Coronavirus

Il settimanale Der Spiegel, con un articolo apparso il 18 marzo scorso, che riportiamo qui sotto, suggerisce la bicicletta come mezzo di trasporto ideale al tempo del Coronavirus. L’articolo è pensato per il  lettore tedesco e per la situazione tedesca, resta comunque il fatto che, per gli spostamenti necessari (gli unici attualmente consentiti) la bicicletta rappresenta una valida alternativa sia all’auto privata che ai mezzi pubblici.

La mobilità ai tempi del Coronavirus

Perché usare la bicicletta protegge due volte

Come funziona il „distanziamento sociale“ nel traffico? Meglio con l’auto e la bicicletta. Ma  pedalare presenta un chiaro vantaggio, e non soltanto per il clima: protegge due volte dalle infezioni

di Stefan Weißenborn

18/03/2020

La settimana scorsa, fra le indicazioni di comportamento riguardo all’emergenza Coronavirus con cui si è rivolto alla cittadinanza , il Ministro della Salute Jens Spahn (CDU)  ha menzionato anche la bicicletta: pensando al distanziamento sociale dovremmo tutti riflettere-ha detto Spahn- sull’opportunità di sostituire i mezzi pubblici con l’andare a piedi o in bicicletta. In questo modo si potrebbe ridurre il rischio di contagio.

In Germania attualmente si fanno le prove generali di „shut down“ (chiusura totale)  chiudendo negozi  e strutture e introducendo divieti di viaggiare e controlli alle frontiere. „Flatten the curve“ appiattire al massimo la curva ascendente dell’infezione nella popolazione è l’imperativo categorico. Gerd Antes, ex-direttore del Centro Cochrane presso la Clinica universitaria di Friburgo, vede effettivamente nella bicicletta una possibilità  per ammorbidire la curva del contagio.

Pedalare abbatte il rischio di contagio

Chi fa a meno di autobus e metropolitana abbassa il rischio di contagio, dato che il coronavirus si trasmette a breve distanza soprattutto attraverso le goccioline di saliva, come spiega il dott. Michael Barczok dell’Associazione nazionale  degli pneumologi. Le possibilità di contrarre la malattia pedalando sarebbero infatti „inesistenti“. Anche Gerd Antes, a questo proposito, parla di „autodifesa perfetta“. Questo non soltanto perché i ciclisti si tengono natuarlmente distanti gli uni dagli altri, ma anche perché sono meno soggetti al rischio di contagio provocato dal contatto con altre superfici. L’agente patogeno potrebbe sopravvivere , secondo uno studio, fino a nove giorni su determinate superfici, eventualmente mantenendo il proprio potenziale infettivo. Ogni volta che tocchiamo una maniglia su un mezzo pubblico ci esponiamo infatti ad un rischio. Ciò vale anche per i pulsanti per l’attraversamento pedonale posti sui semafori,  il che fa suggerire ad Antes di dotare di dispensatori di disinfettante tutti gli incroci frequentati, oltre che autobus, tram e metropolitane. Comunque, „dal punto di vista  epidemiologico, pedalare è sicuro“, afferma Michael Barczok. Anche perché – come sostiene Antes – „costutuisce una potente difesa per gli altri“, nel caso in cui si fosse contagiosi.

Ma pedalare al tempo del coronavisrus assume anche un altro significato, nel senso che può avere un effetto preventivo.  Chi pedala con regolarità (anche se con intensità moderata)  riduce la pressione sanguigna, nel caso in cui soffra di ipertensione. „E la raccomandazione di fare movimento  si applica anche ai diabetici“, aggiunge lo pneumologo Barczok. Come si legge sul sito dell’Istituto Koch, il diabete e le malattie cardiache sono fra quelle che –indipendentemente dall’età- rendono più probabile l’aggravamento del decorso del Covid-19.

Pedalare rafforza i polmoni

L’uso della bicicletta può avere effetti positivi anche su soggetti che non presentano patologie pregresse, dato che le attività sportive di resistenza allenano la muscolatura polmonare. Inoltre il ritmo della pedalata contribuisce ad una migliore aerazione e ad una più intensa irrorazione sanguigna degli organi  preposti alla respirazione: „Respirando più intensamente si „puliscono“ i polmoni, ottenendo un effetto ottimale dal punto di vista della protezione dal virus“, prosegue Barczok, che è passato all’utilizzo della bicicletta per raggiungere quotidianamente l’Istituto di Pneumologia di Ulm: „E’ proprio per questo motivo che la bicicletta rappresenta un mezzo di trasporto  utilissimo“.

Nel suo studio il dott. Barczok si trova spesso di fronte a pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Spesso si tratta di fumatori, una categoria  esposta ad un rischio particolarmente elevato di contrarre il coronavirus: “Osservando i dati cinesi, vediamo che sono gli uomini, più spesso fumatori e affetti da BPCO, a costituire un gruppo di pazienti particolarmente a rischio”. Secondo questi dati, una volta contratta l’infezione, il tasso di mortalità, normalmente compreso fra l’1% e  l’8%, raggiungerebbe il 58%. L’uso della bicicletta è particolarmente indicato per combattere efficacemente il virus soprattutto ai pazienti affetti da BPCO, dato che, mentre i soggetti sani, in alternativa alla bici,  possono allacciarsi le scarpette da corsa e proteggere i propri polmoni con il jogging, molte altre attività fisiche di resistenza  sarebbero improponibili per chi soffre di patologie pregresse, semplicemente perché troppo impegnative.

Passare alla E-bike

“I pazienti BPCO spesso hanno difficoltà a correre, soprattutto in salita”, sostiene Barczok. In bicicletta, invece, non siamo costretti a trascinare faticosamente il nostro peso, e ciò consente una sollecitazione muscolare regolare e sostenibile, “che permette un utilizzo più  ragionevole dei polmoni”. Per i pazienti a rischio che avessero più difficoltà ad intraprendere un’attività motoria, il consiglio è quindi quello di passare alla pedalata assistita, un modalità per mantenersi in forma senza portare lo sforzo a livelli eccessivi.

Un’affermazione che però gli esperti non si sentono di fare è che  l’uso della bicicletta potrebbe  far scendere il tasso di mortalità  dei malati di Covid-19, in quanto contribuirebbe all’abbattimento  del rischio contagio nei pazienti con patologie pregresse. Il nesso è plausibile-conclude Barczok-ma dovrebbe essere verificato da studi seri.  Secondo la stima di Antes, per i gruppi a rischio ciò che conta è soprattutto la difesa dal contagio, in quanto pedalando si aggira la possibilità del contagio stesso.

https://www.spiegel.de/auto/corona-krise-warum-fahrradfahren-gleich-doppelt-schuetzt-a-46196d09-4aa4-4041-97e3-1fd1ff094c3f

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